Ancora falsità dal Codacons su impianto Corace. Sorical affida mandato ai legali per esposto/denuncia
Sorical contesta le false e fuorvianti informazioni contenute entro l’articolo apparso il 19.02 u.s. al seguente link: https://likenewscalabria.com/attualita/deferrizzatore-idrico-non-funzionante-a-catanzaro-a-rischio-la-salute-dei-cittadini/ e che riporta delle affermazioni attribuite al vicepresidente nazionale del CODACONS, tale Francesco Di Lieto, verso il quale abbiamo già dato mandato ai ns. legali di presentare un esposto denuncia per l’assolutamente immotivato allarme sociale che il contenuto dell’articolo può avere ingenerato nella popolazione residente nei centri serviti dall’acquedotto Corace.
L’acquedotto Corace, uno degli oltre 150 diversi schemi acquedottistici del demanio regionale affidati alla gestione della ns. Società, è posto a servizio di parte della Città di Catanzaro (in particolare delle sue frazioni S. Maria, Fortuna, Lido), oltre l’area industriale del comune di San Floro attraverso l’alimentazione del Serbatoio Montenapoli, e la fascia costiera sud ricadente nel comune di Borgia (frazione Roccelletta). Lo stesso acquedotto ha poi delle piccole diramazioni specificatamente dedicate all’alimentazione idropotabile dei nuovissimi insediamenti della località Germaneto: il polo universitario/ospedaliero e la nuova cittadella degli uffici della Regione Calabria.
L’acquedotto Corace viene correntemente alimentato dalle acque emunte dalla falda subalvea del F. Corace a mezzo di una batteria di pozzi (ne son presenti n. 8 nel loro complesso) realizzati nell’area golenale sinistra del fiume. La portata complessivamente emunta, con l’attivazione di soli 6 degli 8 pozzi, si attesta tra i 175 l/s ed i 180 l/s. A tali acque viene poi ad aggiungersi una quota parte delle acque scaturenti dal gruppo sorgentizio “Maricello” per circa 30 l/s.
Le acque emunte dai diversi pozzi hanno caratteristiche chimico-fisiche alquanto differenti ed in particolare la concentrazione di ferro è oltremodo variabile passando dai 4-6 µg/l dei pozzi n° 1 e n° 8 fino ad oltre 600 µg/l del pozzo n° 4, attivato difatti solo in condizioni di emergenza. Le acque del gruppo sorgentizio Maricello hanno invece, in condizioni ordinarie, una concentrazione di ferro talmente bassa da essere ai limiti di rilevabilità dei metodi di laboratorio. Grazie ad una accurata selezione dei pozzi da tenere in funzione, svolta in relazione alle concentrazioni di ferro nelle acque emunte da ciascuno e delle relative portate massime emungibili, si fa in modo che la concentrazione di ferro all’ingresso dell’impianto sia costantemente inferiore ai limiti sopracitati rendendo quindi non necessario il trattamento, che tuttavia rimane prontamente attivabile ove se ne riscontrasse la necessità.
L’impianto di trattamento, già al tempo realizzato dalla Regione Calabria ed in seguito ammodernato dalla So.Ri.Cal. S.p.A. nell’ambito del proprio piano degli investimenti, non è quindi stato dismesso, come fittiziamente denuncia il CODACONS. La sezione di deferrizzazione dell’impianto Corace è stata semplicemente fermata, e posta in condizioni di riserva calda, solo perché non ne è attualmente necessaria la sua attivazione. Esso è per come detto pronto a riprendere il processo di trattamento in qualunque momento, ove dovesse emergere che le acque in ingresso, provenienti dalla miscelazione di cui sopra, abbiano una concentrazione di ferro superiore al limite fissato dalla vigente normativa.
In altri termini, ancora più espliciti, riteniamo che non abbia senso assoggettare tali acque ad un trattamento chimico-fisico finalizzato a ridurne ulteriormente – e senza nessun motivo – la naturale concentrazione di ferro, visto che essa è già stabilmente ed ampiamente al di sotto dei limiti normativi.
E’ appena il caso di ricordare che il trattamento chimico-fisico cui l’acqua dovrebbe in alternativa essere assoggettata comporterebbe diverse azioni, tutte fortemente impattanti sull’ambiente:
maggior consumo di energia elettrica;
utilizzo di agenti chimici ossidanti e flocculanti per attivare le reazioni chimiche necessarie all’abbattimento della concentrazione di ferro;
messa in marcia della linea fanghi, con utilizzo di agente chimico polielettrolita per l’addensamento dei reflui, oltre al relativo smaltimento in discarica dei fanghi stessi.
La qualità dell’acqua erogata dall’acquedotto Corace viene sistematicamente controllata attraverso il ns. piano di monitoraggio – condiviso con le competenti Autorità Sanitarie – che segue con adeguata frequenza le concentrazioni di ferro e manganese di ciascuno dei pozzi, sia quelli in esercizio, che quelli in condizioni di riserva, come pure delle acque miscelate in ingresso all’impianto, e ci da la più ampia sicurezza in ordine alla piena conformità della risorsa idrica erogata ai nodi di consegna. In allegato si riportano i rapporti di prova emessi dal ns. Servizio Interno Analisi di Laboratorio che per comodità si riferiscono al periodo 2018-2019 senza escludere, ove necessario, di integrare le medesime informazioni anche per gli anni precedenti.
Per quanto attiene infine i passaggi conclusivi della denuncia del CODACONS relativi ad una presunta pericolosità correlata alla concentrazione di ferro entro le acque potabili – e qui è da evidenziare la falsità e pericolosità di tali affermazioni.
Premesso che non si è mai riscontrato alcun superamento, appare necessario ribadire che per quanto attiene il parametro ferro i valori guida fissati dalla vigente normativa per le acque potabili prevedono una concentrazione pari a 200 µg/l, essendo poi lo stesso identificato solamente come un parametro “indicatore”. Questo significa che un eventuale temporaneo superamento non costituisce di per se una problematica sanitaria ma deve dare appunto solamente una “indicazione” della necessità di adottare delle azioni correttive. La stessa normativa, con le basi scientifiche sottostanti, escludono in maniera assoluta qualsiasi scenario di rischio correlato alla concentrazione di ferro nell’acqua da bere. Tutte le valutazioni, anche internazionali, sul tema chiariscono infatti come il valore guida di legge abbia perlopiù un solo significato estetico, intendendosi in tal senso che un eventuale superamento potrebbe al massimo generare una leggera torbidità dell’acqua ma nulla di più.
Si rimette allegata una relazione monografica redatta dal Dott. Massimo Ottaviani, già Direttore del Reparto Acque Interne del Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità (oggi in quiescenza), indiscutibilmente tra i massimi esperti, anche a livello internazionale, in materia di igiene delle acque potabili che conferma in pieno le considerazioni di sintesi qui esposte.
Ing. Sergio De Marco
Direttore Area Operativa